Un castello attraverso i secoli
Sostenitore dell’Impero contro la Chiesa ai tempi di Federico II, nel 1226 Tancredi I Campello catturò alcuni messi di papa Onorio III, consegnandoli a Bertoldo, figlio di Corrado d’Urslingen, Duca di Spoleto. Onorio III condannò gli abitanti di Campello, dopo averli definiti come Figli del Diavolo.
Sul finire del XIII secolo Andrea Campello era tra i più ricchi proprietari a Spoleto, ma nel 1300 un violento terremoto distrusse buona parte del castello.
Nel 1341 il gonfaloniere Pietro Pianciani, nominato direttamente dal Re di Napoli, assediò il castello distruggendo le abitazioni e uccidendo quasi tutti i suoi abitanti. Scacciato per la sua crudeltà, il castello tornò in mano di Paolo, figlio di Argento di Campello, che lo ricostruì.
Un ventennio dopo, il cardinale Albornoz intervenne per migliorare la fortificazione, e alla fine del XIV secolo i Campello cedettero i diritti feudali agli abitanti, a fronte dell’impegno di ottemperare al pagamento delle tasse.
Ribellatosi a Spoleto nel 1522, Campello si dotò nel 1569 di uno statuto comunale, ratificato dai Priori di Spoleto l’anno successivo.
La tranquillità ritrovata grazie all’indipendenza comunale fu interrotta dalle incursioni dei briganti antifrancesi guidati da Bernardo Latini di Castel San Felice nel 1749, che saccheggiarono il castello e il vicino monastero di san Pietro prima di essere cacciati.
Durante il XIV secolo il conte Paolo di Campello edificò più verso la pianura sottostante una villa, che anticipò lo sviluppo di nuclei abitativi che si svilupparono intorno alle chiese di Santa Maria e di Santa Maria della Bianca.
Campello Alto restò in mano ai Conti Campello fino al XVI secolo, quando divenne un comune dotato di proprio statuto. La sede municipale qui rimase fino al 1887, quando fu spostata nella nuova residenza comunale a La Bianca.
Monumenti a Campello alto
Dell’insediamento fortificato, posto sulla sommità di un colle a dominare la valle spoletina, si possono ammirare ancora oggi la struttura originaria di castello, con una cinta muraria lunga circa 500 metri a pianta circolare, su cui si impostano le torri e l’unica porta d’accesso.
All’interno, nella piazza centrale, di fronte al Palazzo Comunale, sorge la Chiesa di San Donato, edificata intorno al XII secolo, primo esempio in assoluto di romanico spoletino, con affreschi del XV secolo.
Fuori dalle mura, sorge inoltre il Convento dei Padri Barnabiti, nato nel XVII secolo dalla fusione di due preesistenti conventi di clausura di suore benedettine e acquistato dalla Congregazione dei Padri Barnabiti 1935, che lo convertì in una residenza estiva destinata ai loro studenti di teologia.